Oggi anche lo sport è fermo e con esso tutti i valori della solidarietà, dell’inclusione e dell’amicizia che lo hanno sempre contraddistinto.
Il lockdown ha impedito decine di migliaia di ulteriori vittime e le misure adottate hanno fino ad oggi tenuto in sicurezza le Regioni del centro sud dove poteva essere catastrofico assistere alla concentrazione registrata in alcune regioni del Nord.
Il lockdown non è indolore; in Sicilia, come in tutto il Meridione, queste misure non vanno abbandonate, perché è proprio il Sud d’Italia il territorio socialmente ed economicamente più debole e meno dotato di strutture ed infrastrutture sanitarie.
Oggi, la non conoscenza degli asintomatici è il fattore che maggiormente lascia indeterminati i contorni reali del fenomeno. Studi condotti a livello internazionale stimano che il numero dei positivi reali in Italia sia almeno 10 volte maggiore rispetto al totale rilevato e questo non ci consola di certo. In pratica, più tamponi si eseguono e più positivi si rilevano ed in Sicilia di tamponi, che peraltro hanno una validità limitata nel tempo, ne abbiamo finora fatti davvero pochi.
La misura di contenimento più efficace rimane quella del distanziamento sociale. Malgrado ciò, oggi tutti dobbiamo collaborare per uscire da questo stato di cose. Lo sport è fermo ed è agli antipodi del distanziamento sociale. Presso la nostra Delegazione arrivano tante richieste di informazioni da parte dei dirigenti, dei tecnici e dei collaboratori delle associazioni e società sportive affiliate sul come e sul quando si potrà riprendere.
Ci manteniamo cauti provando ad incitarli a “non mollare” nell’attesa che vengano compiutamente definiti i criteri che dovranno guidare l’avvio della cosiddetta “fase due”. In ambito sportivo, siamo certi che tali norme dovranno tendere a fornire un disciplinare di comportamento da dover seguire, relativo ad esempio alle modalità di fruizione dei servizi offerti. Tale disciplinare dovrebbe altresì, in presenza del rispetto delle modalità di fruizione dei servizi offerti, tutelare il presidente/dirigenti del sodalizio da ogni altra responsabilità nei confronti dei soci frequentanti, attraverso apposita copertura assicurativa contro i rischi (Covid-19) per eventuali richieste di risarcimento.
Oltre a quelle delle associazioni e società sportive, giungono informazioni e richieste di chiarimento, da parte di amatori e praticanti delle attività outdoor, dalla corsa su strada, al nuoto in mare fino all’arrampicata sportiva, su “quando e come” poter riprendere la consueta attività sportiva individuale all’aperto. A tal proposito, concordando con quanto recentemente detto in articoli di stampa, l’attività sportiva è di certo indicata per il benessere psicofisico di ciascuno di noi e soprattutto tutti coloro che la praticavano con continuità vivono questo periodo di “quarantena” con grande disagio.
Il Veneto pare abbia consentito lo svolgimento dell’attività sportiva individuale all’aperto in prossimità della propria abitazione, togliendo il vincolo dei 200 metri di distanza, confidando nel buon senso dei cittadini. Qualcosa di certo deve essere proposto anche considerando che i tempi per poter tornare alla normalità delle attività nei centri sportivi non saranno brevi e organizzare lo svolgimento dell’attività sportiva all’aperto, soprattutto con l’approssimarsi della stagione estiva, può rappresentare di certo una sia pur momentanea alternativa per gli abituali frequentatori degli spazi sportivi al coperto.
L’invito che rivolgiamo agli Enti Istituzionali è quindi quello di cominciare a definire le modalità di svolgimento di tale attività sportiva all’aperto in città, nei giardini, nei parchi e nelle aree protette oltre che negli impianti sportivi cittadini, primo tra tutti il nostro Stadio delle Palme, peraltro recentemente ristrutturato.
Siamo disponibili per contribuire ad individuare le migliori modalità per riprendere progressivamente le attività all’aperto.
Come ipotesi, si potrebbe al momento valutare lo svolgimento della pratica motoria all’aperto in alcune fasce orarie, ad esempio primo mattino o imbrunire, tali da evitare sovrapposizioni con gli orari che caratterizzano le attività lavorative al momento autorizzate.